spaziocinemaversilia@gmail.com

2a73dbbefb4a00c852608e5bd0e8c54cc2fe4ca1

CINEMA SCUDERIE GRANDUCALI SERAVEZZA

L' ARPA BIRMANA

4537b5898ec0ae38b88745231b6a7647215a9b1d
64c4ab7ff38135fcd79e454b96a8857a858d81ce

EDIZIONE RESTAURATA

versione originale sottotitolata

LUNEDI  20 maggio ore 21.15

MARTEDI 21 maggio ore 21.15

f08cefd0ef01c5b3b837af195e80325333b2f6ab

Regia: Kon Ichikawa

Attori: Rentarô Mikuni, Shoji Yasui, Jun Hamamura, Taketoshi Naitô, Akira Nishimura, Tatsuya Mihashi, Yûnosuke Itô, Tanie Kitabayashi

Sceneggiatura:

Natto Wada

Fotografia: Minoru Yokoyama

Montaggio: Masanori Tsuji

Musiche: Akira Ifukube

Produzione: Nikkatsu Corporation
Distribuzione: GLOBE - VIVIVIDEO, San Paolo Audiovisivi, Cineteca di Bologna

Giappone, 1956 - Durata: 116 minGenere: Drammatico, Guerra

Nel luglio 1945 la guerra volge al termine: nel tentativo di sfuggire alla morte o alla prigionia, le unità giapponesi valicano i monti o si aprono la via nelle foreste di Burma per raggiungere la Tailandia. I soldati del capitano Inoue marciano cantando, accompagnati dall'arpa birmana del soldato scelto Mizushima. Questi, che conosce la lingua locale, viene mandato avanti e dà il segnale di via libera suonando l'arpa. Vicino al confine i giapponesi sono ospitati in un villaggio, ma poco dopo il villaggio è circondato dagli inglesi. Mentre il capitano Inoue è incerto se resistere o arrendersi, si sente l'arpa di Mizushima che suona "Home, sweet home!", (Casa, dolce casa!) e anche gli inglesi si uniscono al coro. La guerra è finita e i giapponesi vengono rinchiusi nel campo di concentramento di Mudon. Mizushima viene mandato in missione presso una guarnigione giapponese che rifiuta di arrendersi: quando essa viene distrutta, solo Mizushima sopravvive, gravemente ferito, e viene curato da un bonzo. Guarito, egli ruba le vesti al bonzo, si rade la testa e si mette in viaggio per raggiungere Mudon e i suoi compagni. Durante il viaggio vede qua e là i resti insepolti dei soldati nipponici caduti in battaglia; questo triste spettacolo gli fa una profonda impressione e, giunto presso Mudon, rinuncia ad unirsi ai suoi compagni e decide di dedicarsi alla sepoltura dei soldati del suo paese, caduti in terra straniera. Egli parte portando con sè un pappagallo avuto da una vecchia fruttivendola che frequenta il campo di Mudon. Nel passare un ponte incontra i suoi compagni che vi lavorano e tentano inutilmente di indurlo a rimanere. Quando arriva l'ordine di rimpatrio, il cap. Inoue dà alla fruttivendola un altro pappagallo, che dovrà dire a Mizushima di ritornare. Ma alla fine la fruttivendola porterà al capitano il pappagallo di Mizushima che andrà ripetendo: "No, non posso tornare" con una lettera esplicativa dell'ex soldato scelto.

"E' un apologo sulla pace, sulla crudeltà dei conflitti fra gli uomini, sull'inutilità delle stragi. E' anche un monito al suo popolo e, più in generale, all'intera umanità che Kon Ichikawa rivolge con questo suo film che fu apprezzato tanto per la delicatezza del tocco, per la poesia che traspare dalle immagini, quanto per l'assunto. Un film che oggi può forse apparire datato, legato a un particolare momento storico e a una particolare stagione del cinema giapponese, se non fosse che lo stile di Ichikawa, il suo modo di dare alle immagini una dimensione formale che va al di là del forte realismo del tema affrontato, l'impiego che fa della musica per sottolineare, per contrapposizione, il mutismo del protagonista, sono tutti elementi che si impongono per una loro efficacia drammatica e spettacolare". 

(Gianni Rondolino, 'La Stampa', 7 aprile 2003)

spaziocinemaversilia@gmail.com